Progetto “Home gardens”

copia-di-immagine1.jpg
Il patrimonio di biodiversità agraria della Garfagnana, caratterizzata da un’agricoltura  “di sussistenza”, ma particolarmente ricca di prodotti, si è notevolmente impoverito per la concorrenza di varietà più competitive. E’ comunque giunto fino a noi favorito dalla particolare distribuzione  demografica, legata a piccoli centri montani più o meno isolati, ma  soprattutto grazie al particolare legame esistente tra i garfagnini e le proprie origini.
L’attaccamento alle proprie usanze ed alle specie ricevute in eredità dai padri, ha fatto sì che molti di loro abbiano conservato e riprodotto le antiche varietà frutticole ed orticole, preferendole a quelle disponibili sul mercato, che, pur essendo, generalmente, più produttive, non rivestivano alcun valore “culturale” o di identità.
Gli orti familiari, cioè quei piccoli appezzamenti in cui la famiglia coltivava e coltiva, per il proprio fabbisogno, ortaggi e prodotti destinati ai più svariati usi hanno di fatto costituito preziosi luoghi di conservazione “in situ” dove inconsapevolmente è stata svolta una preziosa opera di salvaguardia della biodiversità.
Gli orti familiari rappresentano una ricchezza in biodiversità genetica come veri e propri centri di introduzione e distribuzione di specie vegetali, grazie allo scambio fra coltivatori; agronomica come luoghi di sperimentazione di tecniche e metodi di coltivazione; culturale per lo stretto rapporto tra la diversità biologica e diversità culturale, in quanto le varietà coltivate e la cultura dei coltivatori sono il risultato di un unico processo evolutivo. Con la scomparsa di una specie o di una varietà si disperde anche la conoscenza degli usi, l’accumulazione di competenze che si è formata con quella specie o varietà.
Il progetto Home Gardens nasce direttamente dalla consapevolezza  del ruolo centrale che gli orti familiari hanno giocato nella difesa della biodiversità e dell’identità culturale della popolazione.
Con il progetto si vuole favorire la diffusione delle specie e della coltivazione dell’orto, per il mantenimento “in situ” di un alto livello di diversità genetica e la valorizzazione del territorio in tutte le sue componenti: dalle colture e  prodotti tipici, al paesaggio, alla dignità e qualità della vita dei residenti.
Il progetto, formulato nel 2005, non costituisce un’iniziativa isolata, bensì si inserisce nel solco delle azioni per la salvaguardia dell’ambiente e la valorizzazione delle risorse locali, condotte, ormai da quasi un trentennio, dalla Comunità Montana e dai principali soggetti pubblici e privati operanti nel territorio (comuni, GAL, Associazioni, Consorzi).
L’idea strategica del progetto è quella di “fare sistema” e cioè muovere dai progetti e dalle attività istituzionali già operanti sul territorio, dalle iniziative spontanee, dalle risorse umane, riunirle e coordinarle per sviluppare un’utile sinergia; stabilire nel territorio una connessione tra figure diverse (agricoltori, studenti, semplici appassionati di orti familiari, ricercatori, ecc.) ed unirle nella stessa impresa, quella di preservare i valori genetici e l’identità culturale dei luoghi. Elemento caratterizzante del progetto è il coinvolgimento della comunità locale, chiamata in causa, nelle sue diverse componenti, in ogni fase attuativa.
Interessando una pluralità di soggetti e vari livelli istituzionali, il progetto home gardens è molto complesso ed articolato. Possono essere definite quattro fasi:
1 – ricerca delle varietà a rischio di erosione e recupero sia del materiale di riproduzione che delle conoscenze legate alla coltura;
2 – moltiplicazione, caratterizzazione, conservazione del materiale di propagazione;
3 – reintroduzione fra i coltivatori e conservazione in situ;
4- promozione dei prodotti e diffusione delle conoscenze.
A queste corrispondono quattro sottoprogetti:
I semi del sapere
Presidio
I coltivatori custodi
L’ortomercato

I SEMI DEL SAPERE
Questo è stato uno dei punti di forza del progetto, che lo ha arricchito, non solo di contenuti, ma anche di entusiasmo e freschezza. L’idea è stata affidare alle scuole la ricerca delle vecchie cultivar e la raccolta del materiale riproduttivo, assieme agli usi e tradizioni connesse. L’importanza di coinvolgere le generazioni più giovani è evidente da più punti di vista, prima di tutto perché i giovani sono il futuro e quindi un progetto che recupera il passato per costruire il futuro non può non rivolgersi ai giovani; poi perché è necessario stimolare le giovani generazioni a recuperare il senso ed il valore della propria identità,  attraverso la riscoperta ed l’affermazione dei caratteri che la distinguono, come precondizione per l’affermarsi di una concreta sensibilità nei confronti della diversità biologica. Si favorisce così anche un altro importante obiettivo: la trasmissione di saperi tra le generazioni. E ancora, attraverso i ragazzi si raggiungono le famiglie, che sono naturalmente più disponibili alla partecipazione se l’interesse nasce dai figli.
Il progetto è stato realizzato mediante una specifica unità didattica, cui hanno aderito, con alcune classi, tutte le scuole del territorio: i cinque istituti comprensivi e le scuole superiori.
Sono stati interessati scolari e studenti di ogni ordine e grado, dalla scuola d’infanzia, alla terza superiore, naturalmente con un diverso approccio e grado di approfondimento.
Riscoprendo antiche varietà e riportando in luce usi tradizionali i ragazzi hanno poi elaborato le informazioni raccolte ed il lavoro svolto nell’orto o nel frutteto, traducendo in immagini, poesie, ricette ed elaborati di fantasia, la mole di notizie che hanno raccolto grazie alle testimonianze di nonni e vicini

PRESIDIO
Il progetto è stato attivato dalla Comunità Montana nel 2003, per caratterizzare, verificare e valutare la possibilità di una reintroduzione nei cicli produttivi locali delle vecchie varietà e cultivar. Il progetto trova realizzazione nel Centro La Piana, ex vivaio forestale regionale operante dal 1957, prima gestito dal Corpo Forestale dello Stato, poi dalla Comunità Montana, su delega della Regione Toscana. Con l’avvio di Home Gardens, il progetto PRESIDIO è stato inserito in un “progetto per il recupero, la caratterizzazione e la salvaguardia del patrimonio biogenetico frutticolo ed orticolo locale della Garfagnana” finanziato e coordinato dall’ARSIA, con il contributo scientifico di due Istituti Universitari: il Dipartimento di Agronomia e gestione dell’agro-ecosistema – Università di Pisa e il Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura – Università di Firenze.
Presso il Centro la Piana sono state svolte le seguenti azioni:
– Registrazione, catalogazione, raffronto e prima classificazione
– Moltiplicazione
– Caratterizzazione morfologica, fenotipica, genetica
– Costituzione di una “banca” del germoplasma locale
– Realizzazione di campi-collezione per le specie arboree.

COLTIVATORI CUSTODI
Ogni varietà recuperata sarà iscritta al “Repertorio regionale delle risorse genetiche autoctone vegetali” istituito dalla L.R. 64/04 per preservare e tutelare il patrimonio naturale di interesse agrario, zootecnico e forestale della Toscana.
Entreranno così a far parte della rete di conservazione e sicurezza delle risorse genetiche, in cui la conservazione delle vecchie varietà è operata da due soggetti:
la “banca regionale del germoplasma” o “banca del seme”, articolata in sezioni locali dove i semi vengono conservati; i “coltivatori custodi”, cioè agricoltori che coltivano una o più specie a rischio di scomparsa, effettuando il rinnovo del seme contenuto nella banca, curando che non vi siano contaminazioni.
L’incarico di coltivatore custode è conferito a seguito dell’iscrizione in un apposito elenco tenuto dall’ARSIA.
Naturalmente i candidati primari per questo ruolo sono i componenti delle comunità locali tradizionalmente impegnati nella conservazione  delle risorse genetiche e che hanno partecipato alla loro riscoperta.

ORTOMERCATO
Questa iniziativa è importante per creare e sviluppare l’attenzione sulla salvaguardia del patrimonio genetico locale. Si tratterà di organizzare nel corso dell’anno appuntamenti periodici stagionali legati alle produzioni locali per diffondere la cultura delle coltivazioni familiari e come occasione di scambio di esperienze e prodotti.
L’iniziativa potrà avere una sede itinerante nei paesi della Garfagnana ed essere correlata da iniziative di divulgazione ed incontri mirati sulla salvaguardia della biodiversità.